tag:blogger.com,1999:blog-67010949407269886822024-03-14T06:49:48.480+01:00Vagamente sonnambulaStato di costante semivegliaElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.comBlogger314125tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-30626791810681719622012-10-27T14:44:00.001+02:002012-10-27T14:44:41.672+02:00<a href="http://pecorenellanebbia.blogspot.com/">></a>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-36004485136722715472012-09-04T12:29:00.001+02:002012-09-04T12:47:43.278+02:00Dal cassetto[...] L’importante e il gregario parlavano col proprietario e ridevano come vecchi amici rimpatriati da qualche passato di cui compiacersi. Quando l’importante la vide arrivare le piantò le ciglia curve addosso smettendo di ridere. Lei lo fissò dentro e pensò che in quel singolo momento lo stava davvero controllando, ma non aveva la minima idea di come usare quel controllo, e il fatto era sentire che se non riusciva a capirlo presto si sarebbe ritrovata chiusa in un intreccio psicotropo di volontà maschili enormemente più vivide delle sue. <br />
<br />
Adesso sarebbe impossibile concentrarsi su queste cose, per via degli smartphone e dei tablet. C’è questa astrazione psicosomatica da commento o gioco o condivisione che simula una partecipazione globale e continua, la presenza costante in un’area comune del tempo che anestetizza il presente, imbrigliando le possibilità di includersi realmente in qualcosa. [...]<br />
<br />
Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-51040598760843150002012-08-22T15:18:00.000+02:002012-08-22T15:18:38.055+02:00Romain Gary, La vita davanti a sé<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-tEKAYiLi9Hw/UDTcCDYE2BI/AAAAAAAAC4s/UHNnxb2MoW4/s1600/r.Garyv.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" mda="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-tEKAYiLi9Hw/UDTcCDYE2BI/AAAAAAAAC4s/UHNnxb2MoW4/s1600/r.Garyv.jpg" /></a></div>C'è una voce che sorprende, né ironica né banale né cinica che racconta una storia piana, né ironica né banale né cinica.<br />
<br />
<br />
Il linguaggio buca il foglio e ci riesce persino con un reader. Punture di spillo disseminate in lungo e in largo tra le pagine. Ad ogni puntura ti agiti e continui a leggere.<br />
<br />
Viene spesso voglia di prendere nota, non tanto per il contenuto di una frase quanto per la semplicità che rende potente e nitido ciò che è essenziale. Pura evidenza di sentimenti, situazioni, persone, e dell'atrocità del tempo.<br />
<br />
I confini di ciò che è buono o cattivo, di chi è buono o cattivo, puro o contaminato, ignorante o capace di insegnare tutto ciò che serve, ingenuo o saggio, com'è naturale si confondono al punto che alla fine questa è la sostanza della storia.<br />
<br />
Poi in questa sostanza della storia c'è un'altra sostanza ed è il grido che la riempie dall'inizio alla fine. <br />
La lotta estrema pacifica e brutale per il diritto a morire.<br />
Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-21315183170715035412012-07-13T19:25:00.000+02:002012-07-13T19:25:47.885+02:00?Significa che mi disgregherò<br />
che verrò smembrata tra le ganasce della moltitudine dentata<br />
che niente sarà mai mio,<br />
precisamente differente da ogni altra cosa<br />
<br />
che niente entrerà in me come è per uscirne completamente diverso<br />
e ogni volta di nuovo cambiato<br />
ogni volta con un fremito diverso un riverbero in più o in meno<br />
un picco tagliente o uno speciale bagliore lunare calante<br />
un'ossessione<br />
un mondo inesistente<br />
<br />
che non sarò mai altro che dna da macelloElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-55341385439386188992012-07-12T14:17:00.000+02:002012-07-12T14:17:34.304+02:00Music is endless<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Ya0oiN2GEV0?rel=0" width="420"></iframe><br />
<br />
A un certo punto la casualità smette di somigliare a sè stessa, somiglia molto di più alla necessità. All'improvviso ecco che tutto potrebbe assumere un certo significato oppure un altro. Ma non è mai possibile accorgersi con esattezza in quale momento accade o se accade davvero; e più sono vaghi i contorni più sembra faticoso sfuggire alle maglie di una logica che a un tratto si irrigidisce, e cerca ad ogni costo di incastrare tutti i pezzi in un insieme tragicamente armonico in cui le idee brancolano in una nebbia sottile e lattea. L'armonia fa questo. Ti afferra e cadi in una spirale di ipnosi in cui non ti è lecito pensare in una forma originale. <br />
Questo è quanto mi è venuto in mente dopo aver letto Occhi blu capelli neri di Marguerite Duras.<br />
Che non ha niente di armonico, nè di piacevole.<br />
Va bene scriverlo qui. All'ombra di questa dolente imperfezione.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-14453686505027014902012-05-29T10:51:00.006+02:002012-08-23T14:10:35.884+02:00Eternal Life<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/LzgbIaBP9cU?rel=0" width="560"></iframe><br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">Jeffrey Scott "Jeff" Buckley (November 17, 1966 – May 29, 1997)</span><br />
<br />
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<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;">(Sharing little drops of passion (life))</span><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/bXKboDqiSbE?rel=0" width="420"></iframe><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/XjO4IenAyUw?rel=0" width="420"></iframe>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-61817741853026255572012-05-26T15:16:00.000+02:002012-05-26T15:16:13.657+02:00Appunto matericoAttraverso le parole si costruisce l'assenza, per sottrazione di sostanza. Mescolando densamente i colori e le ombre si produce materia.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-74565420350094373622012-05-11T08:49:00.000+02:002012-05-11T08:49:08.222+02:00Tutto direI discorsi sull'editoria sono barbosi in misura mortale. <br />
Trovo molto più interessante la storia del servizio postale americano di Franzen.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-40745702988380405972012-05-09T10:52:00.000+02:002012-05-09T10:52:46.086+02:00Luna industriale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-9y9zslYjlsg/T6owIGLj60I/AAAAAAAACx8/jD0WGgcumt8/s1600/20120505_201606.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" dba="true" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-9y9zslYjlsg/T6owIGLj60I/AAAAAAAACx8/jD0WGgcumt8/s400/20120505_201606.jpg" width="400" /></a></div>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-35057567886222895912012-05-07T12:50:00.001+02:002012-05-07T12:51:02.964+02:00Esempio di poetica industrialeSe riescono a decomprimerlo, qui c’è tutto marzo.<br />
<br />
Nel caso in cui non riescano a farlo con questo tipo di compressione<br />
provo ad estrapolarne solo alcuni blocchi. <br />
<br />
Altrimenti per agire in modo un po’ più scientifico - quanto alle casistiche -<br />
dovrò impegnarmi in uno studio più profondoElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-29871640079227016982012-05-03T21:51:00.002+02:002012-05-04T09:20:22.840+02:00The Waves (Le Onde)Le Onde è un capolavoro letterario, il punto in cui si incrociano tutte le esperienze di Virginia Woolf, la realizzazione finale della sua personalità intesa come interiorità pura e come entità letteraria. Questo lo dice la lunghissima e tormentata gestazione, lo dice soprattutto la complessità a cui è pervenuta dopo l'enorme sforzo creativo che l'ha prodotta. Lo dice il fatto che la materia non è classificabile, nè assimilabile a qualcosa di conosciuto. Ma io lascio. Io continuo ad aggrapparmi ad altro. <em>Al faro</em> credo sia molto più di un romanzo, un'opera strutturata, enorme, in cui le strutture sono completamente invisibili e si intuisce altra strada da percorrere. Io le impalcature non voglio vederle. Qui c'è solo impalcatura, uno scheletro le cui carni sono già imputridite e finite, divorate dai vermi. Non so più dove finisce la struttura e dove comincia l'inganno. Non la menzogna, quella che Bernhard troverebbe addirittura inevitabile, ma l'inganno di un artificio che non lascia trapelare la volontà di chi lo usa, ma solo il suo insondabile terrore. <br />
Io passo. Resto. Questo è l'esito finale, a cui evidentemente non è ancora il momento di arrivare. <br />
E non mi faccio portare via da queste Onde.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-34133851128768994102012-05-03T21:08:00.006+02:002012-05-03T21:14:04.644+02:00The wavesEsistono due scrittrici che venero senza vergogna, e queste sono Sylvia Plath e Virginia Woolf. Naturalmente per una donna dedita alla letteratura questo significa quasi seguire una moda, e quindi non mi considero particolarmente originale. D'altra parte ho smesso di sforzarmi di apparire originale molti molti anni, fa quando ho capito che l'originalità non mi apparteneva di diritto e che avrei dovuto sudarmela, qualunque cosa significasse. E poichè invece l'apatia è presente in dosi massicce nel mio dna ho scelto di non apparire originale quasi mai, e forse questo ha fatto si che negli anni maturassi un'interiorità offuscata ma comunque molto sviluppata. Da qualche anno c'è questa materia che fibrilla autonomamente, e non sono più stata in grado di ignorarla. Peccato che non sappia ancora cosa farmene di tutta questa interiorità che disturba, mi agita, mi deprime, mi entusiasma, mi confonde alla fine, stancandomi enormemente, ma con assai poca soddisfazione. Questa lungaggine doveva servire a spiegare il mio rapporto con la letteratura, e invece ha tutta l'aria di essere l'ennesimo episodio di outing della rete, il che non fa che aumentare la mia tristezza. Farò finta di niente, faccio autoanalisi tanto è gratis, e spero di riuscire prima o poi ad arrivare al punto, che è Le Onde, che ho iniziato a leggere con enorme entusiasmo dopo le belle pagine di Nadia Fusini, e che dopo poche altre pagine ho abbandonato. (segue..)Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-73844105223698200762012-03-27T16:00:00.001+02:002012-03-27T21:06:45.799+02:00GarageA ogni ciclo oscura la gola<br />
un uccello mi sbatte le ali nella pancia<br />
comincio con il credere ai fantasmi<br />
quando la bocca si apre, lucido caprifoglio<br />
si chiede se c'è un'ombra sottile china su una promessa ferrosa<br />
mostra la sua maschera fiera un pò incolta<br />
appare solo a volte allo scatto secco della luce<br />
e io che cerco di rinnovare un patto che sono l'unica a conoscere<br />
sperando che con la schiena sappia immaginare sorrisi e tutto il restoElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-65478061589117285872012-03-22T09:20:00.001+01:002012-05-07T15:24:11.704+02:00Come dire II"[La letteratura] Corrotta, sa fingersi pietosa; splendidamente deforme, impone la coerenza sadica della sintassi; irreale, ci offre finte e inconsumabili epifanie illusionistiche. Priva di sentimenti, li usa tutti. La sua coerenza nasce dall'assenza di sincerità. Quando getta via la propria anima trova il proprio destino."<br />
<br />
<span style="font-size: small;">(Giorgio Manganelli, <i>La letteratura come menzogna</i>)</span>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-70739749670624600332012-03-21T10:13:00.003+01:002012-05-07T15:43:07.886+02:00Come dire«E comunque, la maggior parte delle cose più vere è meglio lasciarle non dette».<br />
(J.D.Salinger) <br />
<br />
«[...] la verità la conosce solo l’interessato,<br />
ma lui stesso, nel momento in cui vuole comunicarla, diventa automaticamente un bugiardo. Tutto quello che si comunica può essere soltanto una falsificazione e una contraffazione, quindi sono sempre state comunicate soltanto falsificazioni e contraffazioni».<br />
(T.Bernhard)Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-36929841640492404832012-03-11T09:54:00.001+01:002012-03-11T09:55:11.044+01:00TempoE' uno splendore di macerie infatti<br />
quando le forme si contraggono e succhiano lo spazio<br />
il contorno di ogni ombra è rigido e muto <br />
non sediamo più in una visione tremula:<br />
ci osserva il lago puro della materia, il rumore sordo dell'istante congelato<br />
La penombra spettrale ciondola seduta in un angolo <br />
colando dalla testa e dalle braccia lungo le gambe sui piedi sciolti, fino all'impiantitoElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-29708086575327549462012-03-09T10:52:00.000+01:002012-03-09T10:52:31.945+01:00Qualcosa del genere<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="238" src="http://www.youtube.com/embed/sICzGFdCLNc?rel=0" width="410"></iframe>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-12497910019271137872012-02-13T19:54:00.002+01:002012-05-07T15:22:05.558+02:00Thomas Bernhard - Il soccombenteNelle prime quaranta pagine ci sono i pensieri del terzo allievo di Horowitz insieme a Glenn Gould e Wertheimer su sé stesso Glenn Gould e Wertheimer, mentre entra in una locanda a Wankham, in Austria, e subito dopo mentre se ne sta fermo in piedi nella locanda. Ogni pagina oppure ogni due a volte ogni tre, c'è una frase che termina con "pensai mentre entravo nella locanda", e poi "pensai nella locanda", oppure a volte anche solo "pensai".<br />
In quaranta pagine la densità di concetti che mi si sono appuntati in testa è tale da farmi pensare che la densità sarà questa se non una maggiore per tutto il resto del racconto.<br />
(Sono andata a sbirciare: a pag.142 c'è ancora "pensai", un pò più indietro c'è "mi dissi" ma non c'è più "entrando nella locanda " o solo "nella locanda"). <br />
Il <i>radicalismo pianistico</i> di Glenn Gould ha fatto subito colpo sulla mia immaginazione. Anche l'avvio del <i>processo di intristimento</i> iniziato con l'abbandono per la verità senza troppi rimpianti del pianoforte e poi nel dedicarsi alla filosofia dell'amico narratore. E poi giù a cascata.<br />
L'idea odiosa di virtuosismo pianistico, e l'idea di un Glenn Gould rattrappito che suona "dal basso verso l'alto" e che a guardarlo non sembra quasi altro che uno storpio, una specie di bestia, ma che ad uno sguardo appena più attento appare per quel genio bello e intelligente che era. L'idea di una Salisburgo (e di una Vienna) avvilente e ottusa che affascina per i primi tre giorni con un incanto che si rivela ben presto un incanto fasullo. L'idea che questo tipo di città sia un ambiente ideale per chi studia perchè in una città così "atroce" non avrà distrazioni e potrà immergersi totalmente nello studio giorno e notte. (Due giorni fa leggevo qualcosa di simile su Jeff Buckley nella biografia scritta da Jeff Apter - un'opera alquanto insulsa come lascia prevedere la natura stessa di una biografia - quando a diciassette anni Jeff si trasferì al Musicians' Institute di Los Angeles, e lì restava rinchiuso quasi sempre nelle sale prova <i>anche </i>perchè Cherokee Street era un ghetto frequentato per lo più da bande di messicani poco gentili e non permetteva di uscire da soli ma solo in gruppetti di quattro o cinque per scoraggiare le aggressioni, il che si può dire ebbe l'effetto di assecondare la sua già spiccata predisposizione a isolarsi nello studio e nella sperimentazione, nella musica, per ore e ore al giorno e anche di notte). <br />
Sembra che una delle grandi preoccupazioni di Bernhard sia quella di sgombrare il campo dai sentimentalismi. Già a questo punto mi sembra una preoccupazione superflua. Il gelo che ti investe non fa che stendere un velo di ovvietà sulla precisazione che tra i tre amici non fosse previsto il più piccolo elemento sentimentale, eppure il loro era un legame totale, un legame per la vita, al punto che il più pazzo dei tre - che non era Glenn Gould ma Wertheimer - si uccide poco dopo la morte di Glenn.<br />
Sia l'uno che l'altro muoiono a cinquantuno anni. Non è un caso, perchè, dice Bernhard, dopo i cinquant'anni si perviene all'idea di aver vissuto abbastanza. Ma Glenn non si uccise volontariamente, morì per un colpo, inevitabile, invasato d'arte e di musica com'era. (Mentre ascolto Grace mi sono fatta l'idea che Jeff Buckley sia morto per un'overdose di musica. E' annegato cantando Whole Lotta Love a squarciagola, e quando un'onda gli ha riempito la gola lui ha continuato a cantare gesticolando come se stesse suonando la chitarra imitando Robert Plant e Jimmy Page contemporaneamente per tutto il tempo in cui è rimasto cosciente mentre l'onda lo trascinava fondo, così dev'essere andata. Glenn Gould cadde sul suo Steinway stroncato da un ictus - così racconta Bernhard - mentre suonava le Variazioni Goldberg. Una morte prevedibile, e l'incongruenza è che sia inaccettabile ma giusta).<br />
L'idea stessa di <i>soccombente</i> inventata da Glenn Gould per Wertheimer è spaventosa e affascinante. <i>"Non abbiamo talento musicale! Non abbiamo talento esistenziale"</i>, diceva Wertheimer.<br />
Che si scelga l'arte per ribellione, contro i genitori, contro la propria infanzia e la propria esistenza, contro il mondo. Che si scelga anche contro sé stessi. Che si scelga e il suo fallimento finisca con l'essere il simbolo di un fallimento umano molto più generale. In fondo se Glenn Gould é il più grande pianista dei tempi passati e futuri, lo era contro le scuole di musica, e contro il suo pubblico, contro l'umanità che detestava e da cui aveva scelto di allontanarsi.<br />
La musica (l'arte) ha questa potenza tremenda, induce a scelte terribili, non è una forza a cui l'essere umano possa opporre resistenza: ne viene posseduto. E se crede di poterla plasmare, di esserne plasmato, diventa una specie di ossesso, si mescola con lei, diventa la sua stessa arte. E se pensa di poterlo fare e poi fallisce, allora resta solo l'ossessione. Dell'essere che era o voleva essere, più nulla.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-11933845676781188632012-02-08T18:40:00.001+01:002012-02-08T18:40:41.689+01:00Doppi segniEfelidi bacche<br />
cielo accendino<br />
17 e 17 e 23 e 23 curiosa appartenenza alla dualità linfatica<br />
il doppio gioco giogo individuale e sociale<br />
Quasi ogni distesa di codice si riverbera di ossute incertezze<br />
"Io sono infelice!" grida la zingara alla roulotte<br />
ma nessuno la sente<br />
ah se almeno avesse skype<br />
E io una polaroidElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-1542787808855647122012-02-04T17:46:00.000+01:002012-02-04T17:46:47.491+01:00Ettore Fobo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div> La prosa di Ettore Fobo, che sia un discorso su prose o poesie di altri oppure un riflesso interiore, è scritta in una lingua chiara: niente potrebbe nascondersi dietro le parole se non le ombre stesse dei contenuti che creando anfratti e cunicoli rendono desiderabile diramare simultaneamente i percorsi del pensiero. E' proprio questo il linguaggio che mi illudo di riconoscere, in parte per essere giustificata ad abbandonare la strada appena scelta per altre strade tutte coerenti con quella originaria poiché la sorgente stessa è mobile, instabile, perfetta e inutile, colma di vuoto. Sembra che la sostanza dei versi sia polvere staccata da questi pensieri appena più concreti, in cui tutto ciò che si rappresenta come umano è sfuggente e indefinibile, ma sempre riconoscibile. E' un'intercapedine in cui restare o muoversi, un luogo sempre tragico ma anche ridicolo, perché non manca mai la connotazione di eccessiva importanza nè l'assenza di significato dell'essere uomo, centro esatto di un niente e contenitore involontario di un universo non meno assente. Ciò che fluisce aumentando di spessore per poi dissolversi nuovamente tra un verso e una verità sottintesa se non taciuta - resa pura visione - è una specie di grazia della consapevolezza limpida e tranquilla di questo niente, e del ruolo della poesia che se ne fa voce per lo più inascoltata. In nessun tempo più che tra questi versi ombre e solitudine sono bene accette, la guerra è aperta e mai combattuta tra i due orrori opposti, le due condanne tra cui non è dato scegliere o mediare: l'omologazione o il silenzio - mentre la natura (il corpo, il sangue) fa da specchio agli aspetti più gelidi e vuoti di cui è intrisa l'esistenza sfiorati dalla brillantezza del momento predestinato alla fine.<br />
<br />
<br />
<i>"Vivo in quest'alito di inchiostro"</i><br />
<br />
<i>"(...) potremmo vivere in un flessuoso</i><br />
<i>vagito di ossessioni e visioni</i><br />
<i>od andare preconfezionati e infetti</i><br />
<i>tra i sassi sfatti od intatti</i><br />
<i>annegare nel plancton sciamante</i><br />
<i>dagli artigli del Re Corvo."</i><br />
<br />
<i>"No, nemmeno andarsene è utile,</i><br />
<i>bisogna nascere e vivere con lo slancio</i><br />
<i>di un milione di corvi, sotto il sole afflitto</i><br />
<i>di un'intelligenza che ha visto tutto."</i><br />
<i><br />
</i><br />
<i>"Togliersi una maschera</i><br />
<i>non è cosa da poco,</i><br />
<i>perchè sotto la sua scorza</i><br />
<i>strati di pelle maciullata</i><br />
<i>dicono quanto ella fosse,</i><br />
<i>seppur per breve istante,</i><br />
<i>proprio il nostro volto.</i><br />
<i></i><br />
<br />
<i>Non è poco</i><br />
<i>togliersi una maschera,</i><br />
<i>spesse volte è il vuoto</i><br />
<i>quello che copriva,</i><br />
<i>o la ben nota</i><br />
<i>stanchezza di essere cosa,</i><br />
<i>sotto il vilipendio dell'assenza.</i>"<br />
<br />
<i>"Custode di una perla di follia,</i><br />
<i>aveva versi rapidi come il fiume,</i><br />
<i>distoglieva il gioco dal suo senso,</i><br />
<i>moltiplicava abissi e si perdeva</i><br />
<i>in sconnessioni orfiche e danzava.</i><br />
<i>(...)</i><br />
<i>Con questo vento di poesie fuori dalle tasche,</i><br />
<i>fogli scritti col lapis,</i><br />
<i>per darla a bere al nulla, alla luna,</i><br />
<i>coll'impeto delle sue lacerazioni."</i><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"> (<b><a href="http://ettorefobo.blogspot.com/">Ettore Fobo</a></b>, da <i>Sotto una luna in polvere</i>, Kipple Officina Libraria, 2010)</span>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-35302037285887066952012-02-02T20:54:00.000+01:002012-02-02T20:54:18.200+01:00MillennioIn questi mille anni ho perso le mie notti i fruscii le ombre calpestate al fuoco di carta<br />
vago adesso senza pace nè dolore nel biancore gelido che si attacca al viso nel naso e nella gola<br />
come se questo potesse resuscitare gli occhi trasparenti vuoti sulla pelle bianca che tremando ho uccisoElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-10151740582178182662012-01-22T18:46:00.000+01:002012-01-22T18:46:10.155+01:00Dedica agli anni '90Vorrei essere certa di arrivare in fondo alla pozza gialla dove si incontrano i residui e rimestare rimestare e pescare nella melma e sciogliermi dove la voce scivola in declino sul terreno meno stabile per me. Lì un'acqua scura sommerge le dita e sulle ciglia disegnate di un feroce assurdo immotivato calcolo invisibile che odio e odio con tutta me stessa, arriva un segreto che io so vedere, e mi cambia nel profondo ma non so come - aiutatemi a capire come - e intanto graffiano la schiena tutti quei ninnoli infantili per cui potrei dire cose che non ho mai nemmeno pensato. E lì proprio dietro la tenda e il fumo a disegnare nebbie ci sarà una porta e dietro la porta una luce gialla suoni e vibrazioni. Dentro un tubo nero pieno di vuoto e cose morte al primo volo c'è modo di trasferirmi altrove un pezzo alla volta, dove so di poter arrivare pezzo per pezzo e dove è certo non ci sarà nessuno ad aspettare tutti quei dannati pezzi senza importanza.Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-13718898422251985242012-01-12T16:46:00.001+01:002012-01-12T16:46:55.493+01:00Nel tempoFerma nel buio fitto di colonne bianche <br />
Mi è scivolato dentro un litro di incudine liquida<br />
lentamente si è posata sul fondo come catrame<br />
la parabola di un suono schiude le labbra al fuoco già spento <br />
mi tortura il dolore di circuito vuoto<br />
Sono sicura di essere una cellula osmotica<br />
non sono mai stata tanto vicina al sole d'inchiostro<br />
rapido mi attraversa un fascio di luce bipolare<br />
un raggio di tempo nè veloce nè lento<br />
elettrifica denso- estremo un grido di sabbiaElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-37926616165000151362012-01-04T14:54:00.001+01:002012-01-04T14:55:11.860+01:00Acqua sporcaIl sifone si è rotto<br />
sulla plastica scotta un'impronta cancellata dagli occhi<br />
definiamo un elenco di opinioni opposte tutte logicamente sostenibili<br />
sfiati pressori di un'insoddisfazione accecante<br />
bugie allo stato acrilico <br />
Nirvana<br />
una lunga lenta scia di luci e lamiereElenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6701094940726988682.post-81702883083515222122012-01-04T14:24:00.013+01:002012-03-07T11:56:07.191+01:00<iframe width="420" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/5EwO9o5DKuA?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Elenahttp://www.blogger.com/profile/17075689705786472930noreply@blogger.com0